Hermann Hesse – “Siddharta” dal primo Capitolo

“Siddharta” di Hermann Hesse

 

Aurora (come un esergo)

A sera, dopo l’ora dell’osservazione, Siddharta comunicò a Govinda: “Domani mattina per tempo, amico mio, Siddharta andrà dai Samana. Diventerà un Samana anche lui”

A queste parole Govinda impallidì, e nel volto immobile dell’amico lesse la decisione, inarrestabile come la saetta, scagliata dall’arco. Subito, al primo sguardo, Govinda si rese conto: ora comincia, ora trova Siddharta la sua via, ora comincia il suo destino a germogliare, e con il suo il mio. E divenne pallido, come una buccia di banana secca.

“O Siddharta,” esclamò “ te lo permetterà tuo padre?”.

Siddharta sollevò lo sguardo, come uno che si ridesta. Fulmineamente lesse nell’anima di Govinda: vi lesse la paura, vi lesse la dedizione.

“O Govinda,” rispose sommessamente “è inutile sprecar parole. Domani all’alba comincerò la vita del Samana. Non parliamone più”.

Siddharta entrò nella camera dove suo padre sedeva sopra una stuoia di corteccia, s’avanzò alle sue spalle e rimase là, fermo, finche suo padre s’accorse che c’era qualcuno dietro di lui. Disse il Brahmino : “ Sei tu, Siddharta? Allora di’ quel che sei venuto per dire ”.

Parlò Siddharta: “Col tuo permesso, padre mio. Sono venuto ad annunciarti che desidero abbandonare la casa domani mattina e recarmi fra gli asceti. Diventare un Samana, questo è il mio desiderio, voglia il cielo che mio padre non si opponga”.

Tacque il Brahmino: tacque così a lungo che, nella piccola finestra le stelle si spostarono e il loro aspetto mutò, prima che venisse rotto il silenzio nella camera. Muto e immobile stava ritto il figlio con le braccia conserte, muto e immobile sedeva il padre sulla stuoia, e le stelle passavano in cielo. Finalmente parlò il padre: “Non s’addice a un Brahmino pronunciare parole violente e colleriche. Ma l’irritazione agita il mio cuore. Ch’io non senta questa preghiera una seconda volta dalla tua bocca.

Il Brahmino si alzò lentamente; Siddharta restava in piedi, muto, con le braccia conserte.

“ Che aspetti? ” chiese il padre.

Disse Siddharta : “ Tu lo sai ”.

Irritato uscì il padre dalla stanza, irritato cercò il suo giaciglio e si coricò.

Dopo un’ora, poiché il sonno tardava, il Brahmino si alzò, passeggiò in su e in giù, uscì di casa. Guardò attraverso la piccola finestra della stanza, e vide Siddharta in piedi, con le braccia conserte : non s’era mosso. Come un pallido bagliore emanava dal suo mantello bianco. Col cuore pieno d’inquietudine, il padre ritornò al suo giaciglio.

E venne di nuovo dopo un’ora, venne dopo due ore, guardò attraverso la piccola finestra, vide Siddharta in piedi, nel chiaro di luna, al bagliore delle stelle, nelle tenebre. E ritornò ogni ora, in silenzio, guardò nella camera, vide quel ragazzo in piedi, immobile, ed il suo cuore si riempì di collera, il suo cuore si riempì di disagio, il suo cuore si riempì d’incertezza, il suo cuore si riempì di compassione. Ritornò nell’ultima ora della notte, prima che il giorno spuntasse, entrò nella stanza, vide il giovane in piedi, e gli parve grande, quasi straniero. “ Siddharta, ” chiese “ che attendi? ”.

“ Tu lo sai”.

“ Starai sempre così ad aspettare che venga giorno, mezzogiorno e sera? ”.

“ Starò ad aspettare ”.

“ Ti stancherai, Siddharta ”.

“ Mi stancherò ”.

“ Ti addormenterai, Siddharta ”.

“ Non mi addormenterò ”.

“ Morirai, Siddharta ”.

“ Morirò ”.

“ E preferisci morire, piuttosto che obbedire a tuo padre? ”.

“ Siddharta ha sempre obbedito a suo padre ”.

“Allora rinunci al tuo proposito? ”.

“ Siddharta farà ciò che suo padre gli dirà di fare ”

Le prime luci del giorno entravano nella stanza. Il Brahmino vide che Siddharta tremava leggermente sulle ginocchia. Nel volto di Siddharta, invece, non si vedeva alcun tremito: gli occhi guardavano lontano. Allora il padre s’accorse che Siddharta non abitava già più con lui in quella casa: Siddharta l’aveva già abbandonato.

Il padre posò la mano sulla spalla di Siddharta. “ Andrai nella foresta, ” disse “ e diverrai un Samana. Se nella foresta troverai la beatitudine, ritorna, e insegnami la beatitudine. Se troverai la delusione, ritorna : riprenderemo insieme a sacrificare agli dèi. Ora va’ a baciare tua madre, dille dove vai. Ma per me è tempo d’andare al fiume e di compiere la prima abluzione ”.

Tolse la mano dalla spalla di suo figlio, e uscì. Siddharta barcollò, quando provò a muoversi. Ma fece forza alle sue membra, s’inchinò davanti al padre e andò dalla mamma, per fare come suo padre aveva prescritto.

Quando alle prime luci del giorno, lentamente, con le gambe indolenzite, lasciò la città ancora silenziosa, un’ombra, ch’era accucciata presso l’ultima capanna, si levò e s’unì al pellegrino: Govinda.

“ Sei venuto ” disse Siddharta, e sorrise.

“ Sono venuto ” disse Govinda.

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