1° Maggio: Il diritto di lavorare
di Davide D’Alessandro
Margherita Clesceri
Giorgio Cusenza
Giovanni Megna
Francesco Vicari
Vito Allotta
Serafino Lascari
Filippo Di Salvo
Giuseppe Di Maggio
Castrense Intravaia
Giovanni Grifò
Vincenza La Fata
Forse vi state chiedendo chi sono queste 11 persone, allora dobbiamo tornare indietro al 1 maggio 1947, a Portella della Ginestra, questi uomini, donne e bambini; Si! bambini quattro di loro avevano tra gli 8 e i 15 anni, sono finiti uccisi durante una manifestazione pacifica contro il latifondismo, a favore dell’occupazione delle terre incolte; un atto di protesta nel giorno della festa del lavoro, quando arrivarono da sopra i colli circostanti Salvatore Giuliano con la sua banda e aprirono il fuoco sulla folla, provocando la morte di queste 11 persone e circa una trentina di feriti. Tante sono le tesi sui mandanti della strage, alcune dichiarazioni di Pisciotta, luogotenente di Salvatore Giuliano, condannato poi all’ergastolo nel 1951 insieme ad altri membri della banda(Giuliano era già stato ucciso nel 1950 si pensa dallo stesso Pisciotta) vedevano come mandanti uomini di spessore politico come l’On. Bernardo Mattarella e l’On. Giacomo Cusumano, entrambi deputati della DC; altre tesi andavano ad individuare come mandanti esponenti sia politici che mafiosi in accordo con i latifondisti locali. Le dinamiche sono ancora oscure, ma la dinamica politica è sicuramente tra i perni centrali; il Blocco Popolare rappresentato da PCI e PSI avevano da poco conquistato un gran numeri di deputati regionali, sconfiggendo la DC.
Oggi ricordare questa pagina di storia è un DOVERE per noi cittadini, ricordare questi uomini uccisi richiamando il DIRITTO al lavoro, proprio oggi in cui il grado di disoccupazione è elevato e il grado di disperazione tra la gente aumenta, pensiamo a chi si uccide perché senza un lavoro o a chi si abbandona ad atti di follia come quello di domenica davanti a Palazzo Chigi; colgo l’occasione per augurare una pronta guarigione al carabiniere ferito, affinché possa presto tornare a servire l’arma dei carabinieri.
La fine di aprile e tutto il mese di maggio è un continuo susseguirsi di ricorrenze di uomini da ricordare, partendo dalla giornata di ieri 30 aprile in cui si è commemorato l’omicidio per mano mafiosa di Pio La Torre sindacalista ed esponente del PCI e il suo autista Rosario Di Salvo, per poi passare al 9 maggio giorno in cui furono uccisi in due contesti diversi e separati Peppino Impastato (anche lui sindacalista e ucciso dalla mafia) e Aldo Moro politico italiano della DC, che fu 5 volte Presidente del Consiglio dei Ministri, ucciso dal gruppo terroristico delle Brigate Rosse. Poi come non ricordare il 23 Maggio in cui fu assassinato dalla mafia Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta.
Per questa festa del lavoro oltre a ricordare i grandi uomini, che nella loro vita hanno seguito con dedizione il loro lavoro e finiti uccisi brutalmente voglio ricordare tutti i lavoratori morti in incidenti sul lavoro, morti per negligenza dell’uomo, per mancate norme di sicurezza. La lotta sulla sicurezza sul lavoro è un tema che ancora oggi è aperto in tutto il mondo e per cui bisogna ancora lottare. Altro tema che vede il mondo del lavoro colpito ancora oggi nel 2013 sono i migliaia di abusi e ricatti di cui sono vittime maggiori le donne e gli immigrati, classi per cui bisogna ancora impegnarsi per rendere loro i giusti diritti.
Il lavoro è un diritto come la vita stessa, negare il lavoro all’uomo è come negargli la vita.
Buona festa del lavoro