Il paradosso dell’amministrazione Catalano: pendere dalle labbra dell’assessore Leone.
Chi l’avrebbe mai detto che oggi l’unico paladino difensore dell’esecutivo Catalano doveva essere l’Assessore Leone. Dico questo, non perché mi trova contrariato che l’assessore Leone difenda ad oltranza l’esecutivo, anche perché possiamo dire con fatti alla mano, che questo, oramai è diventato l’esecutivo Leone; “Alla faccia di chi aveva vergogna di lei e della sua giunta”. Non per altro, ma
perché l’assessore Leone, a differenza di tutti gli altri: giunta e maggioranza consiliare, mostra una certa freschezza nelle argomentazioni, facendo denotare senza ombra di dubbio, che lui, rispetto agli altri compagni di maggioranza e di giunta, ha una marcia in più. Ma chi lo doveva dire, che dal tanto discusso e disprezzato Assessore Leone oggi doveva pendere letteralmente, questa amministrazione Catalano. Una beffa che non risparmia nessuno: ne il Sindaco, oramai perso nella confusione più assoluta; ne l’assessore Sarullo, il quale ha affidato a Giuseppe Leone le consulenze estemporanee per “rintuzzare” gli attacchi del consigliere Mannina; ne il Presidente, costretto ad adoperarsi in una rocambolesca arrampicata negli specchi, cercando di sostituirsi nel ruolo del Sindaco, del Vice, dell’assessore Sarullo e Masi e di tutti i consiglieri di maggioranza, a parte le eccezioni, con la speranza di offuscare l’assessore Leone e di rintuzzare il consigliere Mannina, perdendo di mira orami le competenze della presidenza del consiglio. Il Leone ed il Mannina ieri alleati ed osteggiati dal
trio Catalano/Sarullo/Riggio, oggi avversari e quindi posizionati l’uno in maggioranza e l’altro in opposizione. Il consigliere Mannina rimasto solitario a sviscerare le inadempienze dell’esecutivo Catalano e spesso a difendere la passata amministrazione e l’assessore Leone ingabbiato tra gli “spettri” di un presente e il rinnegamento di un passato, ma comunque li, a dare un minimo di autorevolezza al trio Catalano/Sarullo/Riggiani. Debbo, però riconoscere che tra i tanti confusi, uno riesce ad essere lungimirante e furbescamente interpreta bene il ruolo di chi sa di essere odiato fuori, ed osteggiato dentro, lui che quatto quatto è riuscito a mettere a segno un colpo da biliardo,
che l’ha smarcato da una possibile imboscata. Le dimissioni del Nigliaccio lo collocano nella posizione di avere assorto all’impegno di surrogare in consiglio comunale, il neo consigliere Liccio, lasciando ora la miccia in mano all’assessore Leone; ora tocca a quest’ultimo decidere se il rimpasto in giunta
può essere fatto senza che esso provochi un effetto negativo. Le dimissioni dal
consiglio dell’assessore Leone, valgono la permanenza nel consiglio comunale, dell’oggi assessore Masi e del consigliere Masi di domani. Ed allora ecco, quale potrebbe essere il vero motivo che muove le corde vocali dell’assessore Leone, un motivo legato alla volontà di
impreziosire gli occhi del capo nella speranza che quest’ultimo non gli chieda l’ennesimo sacrificio o gli somministri l’ennesima pillola, decidete voi; un sacrificio che equivale alle dimissioni da consigliere comunale, che per l’assessore Leone, potrebbero significare non oggi, ma nemmeno dopodomani, l’addio agli scranni dell’aula consiliare e della sala giunta. All’assessore Leone, l’onore della
mossa.