Imu, Ribaudo (Pd): “Una mia proposta col doppio binario di calcolo (franchigia e Isee) per esentare l’80% dei contribuenti”

di francoribaudo.it

299801_0_1Roma, 22 luglio 2013. Le prossime settimane dovrebbero essere decisive per la riforma dell’Imposta Municipale Unica. Dopo l’ultimo incontro del 18 luglio, è iniziato il lavoro tra i parlamentari che sostengono il Governo Letta per trovare le soluzioni tecniche da adottare. Nel giro di qualche giorno il ministro Saccomanni predisporrà il calendario per consentire ai gruppi che sostengono la maggioranza di avanzare delle proposte organiche.
E’ chiaro che per gli italiani l’Imu non ha la priorità assoluta, l’imposta sulla prima casa non è, certamente, la madre di tutti i problemi che stanno interessando l’Italia. Sono altri i settori su cui bisogna intervenire urgentemente, dove dovranno essere dirottate le poche risorse disponibili per superare la crisi, primo fra tutti: il lavoro. E non basterà riduzione del cosiddetto cuneo fiscale (costo del lavoro o riduzione della tassazione). Occorre, infatti, un vero piano di sviluppo e di nuove politiche industriali che possano far invertire la tendenza negativa registrata negli ultimi anni dalla nostra economia (Pil con il segno meno). Pur tuttavia, dal punto di vista del confronto politico, la rimodulazione dell’Imu sulla prima casa resta l’ostacolo centrale che in questa delicata fase i partiti di governo devono saper superare.
Nel rispetto di quanto previsto nel programma elettorale del Pd, voglio provare ad avanzare una proposta che potrebbe esentare fino all’80% dei contribuenti italiani, facendo pagare solo le prime case con una rendita catastale elevata e di proprietà dei ceti più agiati. Questa potrebbe essere una soluzione condivisibile dalla maggioranza del Parlamento. In questo modo sarebbe, inoltre, possibile ridurre al minimo l’impatto dell’imposta, senza tuttavia rinunciare a una parte dei circa 4 miliardi di gettito previsti, garantendo anche l’applicazione del principio di equità del tributo.
Una delle possibili soluzioni potrebbe essere, a mio modo di vedere, quella di muoversi su un doppio binario di calcolo, tenendo conto: da un lato delle agevolazioni da concedere per la prima casa; dall’altro della capacità contributiva delle singole famiglie, utilizzando anche i parametri Isee, che consentono di valutare la reale capacità contributiva delle diverse fasce di popolazione.
Detto in cifre, si potrebbe alzare il tetto della franchigia dagli attuali 200 a 500 euro e stabilire un tetto minimo di 15 mila euro di reddito Isee. Inoltre, sostituire nel calcolo i vani con i metri quadrati, stabilendo ad esempio una soglia minima di esenzione in circa 80 mq. In ultimo, tenere conto delle ‘assimilazioni’ degli immobili alla prima casa. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, è stato già da me proposto ed approvato in aula, un ordine del giorno finalizzato ad inserire nella definizione di abitazione principale di cui al comma 2, dell’articolo 13 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, anche l’unità immobiliare concessa in uso gratuito a parenti e affini in linea retta o collaterale entro il primo grado di parentela.

On. Francesco Ribaudo
Membro della Commissione Finanze

2 Replies to “Imu, Ribaudo (Pd): “Una mia proposta col doppio binario di calcolo (franchigia e Isee) per esentare l’80% dei contribuenti””

  1. In Sicila elimenerei l’ISEE per fare questo calcolo sono quasi tutti fasulli, il risultato sarebbe che a pagare quello che non pagherebbero coloro i quali dichiarano il falso saremmo noi che dichiariamo il vero.

  2. Venerdì scorso, avendone avuto la possibilità di parlarne direttamente con L’Onorevole Ribaudo, della problematica IMU, che il governo dovrà affrontare il prossimo mese, ritengo la proposta convincente, rispetto ad altre proposte che sono uscite fuori contestualmente in questi giorni.
    A mio avviso, come ho riferito, occorrerebbe rivedere al più presto la riforma del Catasto poiché non è equo che un appartamento della stessa Categoria Catastale , A/4, di un Paesino della Provincia, paghi l’Imu di più dello stesso appartamento in Città come Palermo.
    Naturalmente il valore di mercato di un appartamento delle stesse caratteristiche, in qualsiasi zona di Palermo vale molto di più.
    Le tasse, sulle case, si dovrebbero collegare alla effettiva quotazione immobiliare di ogni singolo Comune, come del resto avviene per le Aree Fabbricabili.
    Ogni anno, infatti, i Comuni deliberano sulla quantificazione del valore da attribuire ai terreni edificabili dandone un valore al metro quadro in base alla zona di appartenenza.
    Credo sia corretto usare la stessa procedura per gli immobili civili scollegando così la rendita catastale dal valore reale.
    Del resto per stabilire il valore dell’immobile ai fini del calcolo dell’Imu bisogna moltiplicare la rendita catastale, per un coefficiente che, dall’anno scorso, è pari a 160, voluto dal Governo Monti.
    Come detto sopra, credo che è opportuno che i singoli Comuni, conoscendo le reali condizioni di mercato del proprio territorio, attribuiscano questo valore, anche agli immobili.
    Se si adottasse questo criterio, ci sarebbe una equa distribuzione su tutto il territorio nazionale.
    Ogni cittadino pagherebbe le tasse calcolate su un valore reale dei beni posseduti.
    Buon Lavoro.

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