Il consiglio comunale da l’ok; inizia il nuovo percorso della gestione rifiuti l’ARO
Si è concluso il dibattito consiliare con 8 voti favorevoli, provenienti dalla maggioranza, 2 voti astenuti provenienti uno dalla minoranza (Alba) e uno della maggioranza (Urso Miano) e 3 contrari; assenti Accomando e Pollaci.
La discussione si è polarizzata su 4 argomentazioni: una che vedeva l’approvazione del protocollo d’intesa utile a fare partire il procedimento di costituzione dell’area rifiuti ottimali (A.R.O) sostenuta dall’Assessore/consigliere Leone; una che proponeva le prese di distanze dai prof. Universitari sostenuta dal consigliere Faraci, una che proponeva come modello di governance fatta dall’unione San Leonardo sostenuta dal consigliere Urso Miano ed una, quella mia, che invece sosteneva l’illegittimità procedurale della deliberazione, in quanto sussisteva un vizio dovuto al mancato adempimento degli atti utili alla nostra decisione.
Parto dalla fine per poi esplicitare il ragionamento che ho fatto nella seduta consiliare. E la fine quale è stata; l’accusa che il sindaco mi ha rivolto dicendomi che io parlo di illegittimità, che io scrivo alla corte dei conti (cosa tra l’altro non vera) che io insomma mi metto sempre di traverso.
Tra le altre cose nelle battute finali, il Sindaco, ha letto una sua lettera indirizzata al Prefetto, all’Assessore all’Energia, al Presidente della Regione, ai Carabinieri ecc. una lettera in cui lui chiede di gestire in proprio i rifiuti e che lui non è d’accordo a questi modelli di gestione della munnizza in compagnia con altri. A me sinceramente mi sembrano messaggi codificati rivolti a chi sa chi e per far sapere chi sa che cosa, anche perché, ora che ricordo bene, questo tipo di comunicazioni ritornano spesso in consiglio comunale come un ritornello.
Ora mi chiedo, ad esempio, perché non allieta anche i destinatari di queste missive con il comunicare quanto fatto con la vicenda Adecco, operazione utile a raggirare il sistema delle assunzioni poi rimediata con un evidenza pubblica, di cui non si ha la certezza se le assunzioni potranno essere fatti entro il 30 settembre. Quindi se il Sindaco è infuso di questo sentimento di legalità e di trasparenza perché non comunica sempre a questi soggetti, costituendi presidio di legalità, tutti gli atti da lui prodotti, ovviamente compreso il consiglio di ieri sera in cui il consigliere Mannina ha evidenziato l’illegittimità della deliberazione che ora vi spiego in cosa consiste; oppure non denuncia il Presidente del Consiglio per non avere ottemperato dopo 4 mesi alla deliberazione, che istituisce la diretta web, strumento principe della trasparenza amministrativa?
Ieri sera, oggetto della discussione era l’approvazione di un protocollo d’intesa tra il Comune di Ciminna, Ventimiglia, Villafrati e Cefalà Diana per la gestione associata in A.R.O. del servizio di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti solidi urbani dell’ARO intercomunale.
Già nella seduta precedente, rinviata per i motivi che sappiamo, avevo detto in consiglio comunale che questo protocollo d’intesa non era di nostra pertinenza, perché la giunta stessa poteva approvarselo senza che venisse in consiglio comunale. Di contro sarebbe di nostra competenza, cioè del consiglio comunale, approvare la convenzione tra i relativi comuni. Ed allora perché venire in consiglio comunale allungando la trafila, con la paranoia che i consiglieri facciano le loro dimostranze, fanno mettere a verbale ecc.
Forse un utile quanto discolpante motivo per il Sindaco potere dire domani non l’ho deciso io a costituire l’ARO, ma sono stati i consiglieri comunali? Troppo banale mi sembra questa motivazione.
Se voi leggete attentamente la proposta di deliberazione, non vi sfuggiranno due particolari: non si capisce a cosa serviranno questi 1700 euro menzionati nel protocollo d’intesa; e che i comuni procederanno all’affidamento ad un team di professori universitari la redazione del piano d’inervento.
Analizziamo i due particolari: quando si delibera, deve essere sempre chiaro e comprensibile a cosa serve l’atto deliberativo, a cosa servono i soldi, quale obiettivo si deve raggiungere; cosa che non si comprende in quanto la proposta più che essere comprensibile e impostata per essere intuitiva, quindi si dice e non si dice.
Quando nella deliberazione si parla di affidamento, non si menziona il tipo di affidamento, e questo è il nocciolo della discussione che mi ha portato a fare mettere a verbale le motivazioni di illegittimità. La giunta per potere impegnare somme per affidamenti di consulenza deve avere a sua disposizione un piano di incarichi, che deve essere approvato dal consiglio comunale e ad oggi il consiglio comunale non ha approvato il piano degli incarichi esterni 2013; inoltre l’art. 46 della legge 133/2008 recita testualmente al comma 1 lettera b, che l’amministrazione deve avere preliminarmente accertato l’impossibilità oggettiva di utilizzare risorse umane disponibili al suo interno, attestazione che non è contemplata nella proposta deliberativa; sempre l’art. 46 della legge 133/2008 al comma 3 dice che costituisce violazione e quindi responsabilità erariale operare omettendo le disposizioni regolamentari per l’assegnazione di affidamento, quindi visto che l’organo che sta autorizzando la spesa e il consiglio comunale, esso stesso può essere imputato per danno erariale dalla corte dei conti.
In ultima istanza, il comune di Ciminna, con delibera di G.M. 115/2010 ha approvato il regolamento per l’affidamento di incarichi esterni il quale dice all’art.5 che ai fini della trasparenza e di pubblicità l’amministrazione, quando se ne ravvisa la necessita, predispone un avviso pubblico, e siccome aggiungo io, la necessità è dovuta alla delicatezza della questione rifiuti, l’amministrazione deve fare un avviso pubblico prima di conferire un incarico esterno.
Invece no, ai consiglieri di maggioranza non è venuto manco l’ardire di chiedere al segretario comunale se quello che io avevo appena fatto verbalizzare, trovasse riscontro nelle norme, negli articoli e nel regolamento, da me menzionati, per motivare l’illegittimità dell’atto.
Viva il presidio di legalità, qual’ è l’aula di consiglio comunale, menzionato nella discussione dall’assessore/consigliere Leone, aggiungo, con la certezza di avere nel Sindaco il suo paladino difensore e garante delle buone pratiche nell’amministrare la cosa pubblica.
Io di contro, continuo sempre più, a prendere le distanza da questo modello di pseudo buona pratica di amministrare la cosa pubblica, perché convinto che sia tutto effimero.