Ricordo di un’estate
di Maria Teresa Lentini
Nella quiete assolata,
di languidi pomeriggi,
quando l’estate era al culmine
e l’ozio diventava padre.
Quando lenti s’aprivano gli usci,
su stanze ombrose,
che sapevano di lisciva
e sugo di pomodoro.
Erano, gli uomini, al circolo sociale,
per un giro di carte e un bicchiere di vino,
in bocche grandi di risate
e piegata pelle di cuoio antico.
E le donne, quelle da marito,
odorose di bisso e lino,
piegate come amanti,
sul dilemma d’intricati intagli
e rete al ‘cinquecento siciliano’.
All’ombra sedevano le anziane,
dentro chiacchiere e sbadigli,
curve, sopra seggiole vissute,
con in capo enormi fazzoletti,
a coprire annodate trecce bianche
e in ogni tempo e in ogni luogo,
sempre, di nero seppia, vestite.
“Questo è il ricordo della mia prima estate a Ciminna, quando ancora non avevo quattro anni e trascorsi alcuni giorni dalla nonna materna”.
Da: ” Tutte le parole che ho nel cuore”, inedita.
Copyright© 22/08/2013, di Maria Teresa Lentini, tutti i diritti riservati.
Le tre Caterine, in realtà era una sola, le altre amichette si chiamano Antonia.
Grazie…