Mancano i soldi “n..to casciuni” si ricorre all’anticipazione di cassa per € 1.170.269,56
di Salvatore Mannnia Consigliere Comunale
Se questo è l’effetto delle scelte passate, fatte dalla nostra amministrazione, bisogna vedere quali sono state le cause. Forse non si ricorrerva all’anticipazione di cassa da più di un decennio, sicuramente non si è ricorso all’anticipazione negli ultimi 7 anni. Ma cos’è l’anticipazione di cassa? E’ un esercizio che l’amministrazione attiva nel momento in cui le entrate effettive, cioè quelle che sono materialmente in cassa, non sono sufficienti per potere assicucare l’ordinaria amministrazione: stipendi, servizi ecc. In questo caso diventa una necessità trovare la liquidità. Ad anticiparla è il tesoriere comunale, che per il comune di Ciminna è l’Unicredit. La domanda che però ci dobbiamo porre per capire meglio del perchè l’amministrazione è costretta a chiedere l’anticipazione di cassa e la seguente: perchè non ci sono soldi sufficienti in cassa? A fronte di un bilancio consuntivo 2012 e di previsione 2013 approvati, la regola è dare certezze delle entrate. Se certe possono essere i trasferimenti dalle istituzioni superiori, non si può dire la stessa cosa per le entrate che provengono dalle entrate tributarie ed extra tributarie, anche perchè esse sono legate all’effettivo pagamento dei tributi da parte dei cittadini. Presto detto. I cittadini non riescono a pagare i tributi e l’amministrazione va in sofferenza. Se facciamo la prova di chiedere a qualsiasi cittadino del perchè non riece a pagare le tasse, con molta probabilità ci risponderà: o pago le tasse e non mangio, o mangio e non pago le tasse. Può un’amministrazione costringere il cittadino a rinunciare al bisogno principale per sopperire alla necessità di aumentare la propria contribuzione alle casse comunali? Credo proprio di no. Il cittadino partecipa alla spesa pubblica quando sussistono due principi fondamentali: l’amministrazione pubblica taglia la spesa e crea condizioni di lavoro. Ma quando, in una situazione come quella di Ciminna, l’amministrazione non taglia la spesa pubblica (indennità, capi area, benefit vari) e non riesce a creare la minima condizione di lavoro (cantieri, lavori pubblici), anzi alza le tasse per bilanciare le sue incapacità; il cittadino si disaffeziona ed assume un atteggiamento ostile nei confronti della propria partecipazione alla spesa pubblica. Per cocludere, l’amministrazione ha chiesto all’Unicredit (Tesoriere Comunale) di anticipare la somma di € 1.170.269,56 su cui la stessa Unicredit applicherà gli interessi. E questi interessi chi li pagherà? Li pagheremo noi cittadini Ciminnesi, attraverso l’ennesimo aumento delle tasse.
male che vada facciamo una colletta.
Oggi l’Assessore Leone con delega alla pubblica istruzione ha tenuto una riunione con le mamme della scuola elementare e materna per discutere di tariffe mensa. Una nobile iniziativa potremmo pensare e dire. Ma la missione che l’assessore aveva, era quello di sanare un torto fatto nei confronti di quei genitori a cui, in sede di approvazione della tariffa mensa, proprio lui e dietro di lui tutta la maggioranza consiliare avevano votato creando una discriminava tra gli alunni della scuola materna rispetto a quelli della scuola elementare. Quella tariffa determinava un costo di € 20 mensile per gli alunni frequentanti la scuola elementare, mentre € 2,00 giornalieri per gli alunni frequentanti la scuola materna. Dal consigliere Mannina al consigliere Urso Miano, dal consigliere Alba al consigliere Faraci si sono levate voci di dissenso per un atteggiamento discriminante che metteva in un piano diverso alunni che mangiavano lo stesso cibo ma ad un costo diverso. Insomma l’ennesima genialata dell’amministrazione comunale e della sua maggioranza consiliare che come volevasi dimostrare si è rivelata l’ennesima stupidagine di cui se ne poteva fare assolutamente a meno e di cui qualcuno dovrebbe dare spiegazioni. Quindi il consiglio comunale sarà richiamato a riunirsi per deliberare quello per cui la minoranza già qualche mese fa aveva suggerito di fare, e cioè di fare una unica tariffa per tutti. Ma in tutta questa storia non dobbiamo sottovalutare una cosa importante: la scelta scellerata dell’amministrazione aveva determinato una presa di posizione da parte dei genitori degli alunni della scuola materna, fino al punto che essi avevano deciso di ritirare i bambini dalla mensa, provocando l’effetto di mettere a repentaglio il posto di lavoro per due insegnati. Allora, forse, la verità della retromarcia sta proprio in quest’ultimo particolare che per ironia della sorte tocca da vicino il nostro caro Sindaco.