Il nuovo romanzo di Salvatore Ribaudo “L’uomo dei fiori” edito dalla casa editrice Arianna
di Agorà Ciminna
In libreria il nuovo romanzo di Salvatore Ribaudo “L’uomo dei fiori” pubblicato da Edizioni Arianna.
Catalogo Casa Editrice – “L’uomo dei fiori”
… cosa significano oggi, dove tutto è giovane e veloce e americano, le parole “saggezza” e “senilità”?
Sono parole vecchie, significanti obsoleti di un significato altrettanto obsoleto e anacronistico. Si configura allora come una voce fuori dal coro quella di Salvatore Ribaudo, che canta in una prosa schietta e paratattica che segue paradigmi propri della poesia, data l’immediatezza con la quale riesce a far vibrare le corde di un animo sensibile, una semplicità di vita ormai desueta, una vita d’altri tempi fatta sì di inopia e di povertà materiale, ma mai di povertà di pensiero, di morale e di ideali.
E infatti “ideale” è un’altra parola ormai priva di significato che Ribaudo fa rivivere: le contestazioni in piazza dei lavoratori che lamentano le ingiustizie sociali e i soprusi e le angherie dei ricchi si affacciano nitide dalla lettura di queste pagine come filmati di un documentario, con un valore aggiunto che solo la scrittura può dare: raccontare cioè lo stato d’animo dei personaggi, come per esempio quello con cui giovani quali Angelo e Ciro potessero pensare di andare in piazza a combattere “falce in pugno, contro i padroni”. [dalla Presentazione di Domenico Passantino]
“Un uomo arrivava con una cesta di fiori di ginestre. E come per la semina, li gettava al suolo partendo dall’altare fino a fuori la cappella creando un tappeto. Una grossa lampada elettrica pendeva nell’aria sopra ai fiori. Ora quegli occhi guardavano giù, alla bocca della strada.
All’apparire dello stendardo, il tamburinaro allato non suonava: un’occhiata alla salita e riprendeva a suonare. S’accendeva la lampada davanti alla cappella. L’altare, il quadro della Madonna, le bianche coperte, i candelabri, si coglievano chiari dentro a quella intensa luce. Tutto intorno era scuro. A metà salita dello stendardo alcuni ragazzi lo passavano correndo, e l’uomo dei fiori stava a guardia del tappeto per non farlo calpestare.” [dalla quarta di copertina]