Noi giovani che non siamo nati “Ai vostri tempi”…
di Filippo Leto
Salve a tutti, sono un ragazzo di 23 anni, figlio degli anni ’90 ma soprattutto non sono un ragazzo “Dei vostri tempi”. E già, perché sfido qualsiasi mio coetaneo a non aver mai sentito frasi del tipo “Ai miei tempi era tutto diverso” oppure “I giovani di oggi non…” o ancora “questa gioventù..” e via via dicendo. Sentenze che si fanno sempre più fitte man mano che si salta da un argomento all’altro, fino ad arrivare all’argomento degli argomenti, quello per cui noi la nostra generazione “disgraziata” meriterebbe a parer vostro le pene dell’inferno o in alternativa le dieci piaghe d’Egitto: il LAVORO! Si perché il fatto che la disoccupazione giovanile sia ai massimi storici non dipende da nessun altro fattore se non da strane modifiche del DNA che negli ultimi decenni hanno fatto nascere: sfaticati, parassiti e nullafacenti.
Deve essere per forza quello! Evidentemente videogiochi e quant’altro avranno inibito l’uomo del nuovo millennio al lavoro e al poter fare qualcosa nella vita, a parte qualche rara eccezione.Invece io voglio fare qualche domanda a te, “uomo dei tuoi tempi”, o meglio vorrei proporti qualche piccolo spunto di riflessione. Quante lauree hai dovuto prendere per avere un lavoro abbastanza dignitoso?Si perché oggigiorno un ragazzo che incombe nel tunnel dell’università non vede la luce prima di due lauree, un master e una decina di corsi di aggiornamento. Invece “ai tuoi tempi”, con appena una licenza media potevi ambire sicuramente a qualcosa di più che un semplice fattorino, ai tuoi tempi bastava quella licenza, non solo per lavorare, ma per farti passare anche per acculturato. O invece dimmi, quanta fortuna hai avuto a nascere proprio nel periodo di massimo sviluppo economico di una nazione, oltre il primo dopoguerra, dove i posti di lavoro abbondavano ed esistevano i “contratti a tempo indeterminato”? E si, perché così hai potuto prendere tutto quello che adesso con avidità non vuoi lasciare a qualcun altro, perché oramai è tuo e poi smettiamola con tutto questo “largo ai giovani”, voi sapete fare di sicuro meglio, o per lo meno, perché rischiare? E un ultima cosa, hai mai pensato che anni di sprechi e spese incondizionate avrebbero gravato sull’economia dei tuoi figli quando lo facevi? Non penso. Anche perché deve esser stato sicuramente più facile godere incondizionatamente di tutto quello che a loro volta, gli “uomini dei tempi dei vostri padri”, con difficoltà e sacrificio, hanno costruito a cavallo di due guerre. E mi fermo qui. Spero che queste poche parole ti possano far riflettere quando vedendo un giovane disoccupato, sarai già pronto a vomitargli contro la tua ardua sentenza. Non so bene cosa diremo ai nostri figli un giorno, ma a differenza vostra non ci sarà bisogno di chiedere scusa.
Filippo hai descritto la realtà vera, vera ma certamente non esaltante diciamo una cruda realtà. Siamo tutti figli di una generazione cresciuta in uno spaccato di società diversa dall’attuale, noi tutti siamo figli di scelte effettuate da chi ? oggi per quella generazione sembra quasi una colpa di noi genitori che i figli non trovino lavoro, dimenticando i grossi sacrifici che ogni genitore fà per riuscire a dare ai propri figli un pezzo di carta o mantenerli all’università. Si quel pezzo di carta che sempre loro, le generazioni prima di noi continuano a raccomandarci :” mi raccumannu faccillu pigghiari un pezzu di carta a tò figghiu cà un si sapi mai…….” ecco verrebbe da dire ” CURNUTI E VASTIUNATI”…Noi siamo figli di chi con una licenza media ha fatto carriera, ha scalato i palazzi del potere, ha fatto carriera Politica, ha deciso e decide per noi, oggi come possiamo vedere il lavoro manca e quello che è grave che si propone Garanzia Giovani per i disoccupati, non iscritti a nessuna scuola…. perchè anche qui chi và a scuola non ha diritto di svolgere Garanzia Giovani nemmeno durante i tre mesi in cui la scuola è chiusa…..