I giovani di oggi
di Vito Andrea Bovi
Un argomento di cui si è parlato molto in questo periodo è stato quello del comportamento dei giovani: si va dalla generica maleducazione, lamentata spesso dagli adulti e dagli anziani, come riporta la stessa testimonianza della lettera scritta da Andrea Amaduzzi, pubblicata sul quotidiano “La Repubblica”, alla mancanza di rispetto per le persone e le norme sociali di comportamento fino ad episodi di violenza e bullismo che diventano reati veri e propri. Su questo tema si sono cimentati sia Corrado Augias, corrispondente del giornale “La Repubblica”, che Davide Rondoni, giornalista del quotidiano “Il Tempo”.
Gli interventi non mirano a sottolineare i comportamenti sbagliati dei ragazzi, sviscerandoli e descrivendoli nei dettagli come ultimamente hanno fatto molti media, calcando sull’accaduto (anche in modo eccessivo indulgendo nella spettacolarizzazione degli avvenimenti), ma ad individuarne le cause.
Da entrambi gli interventi, emerge che il problema non sono i giovani in sé, benché maleducati e superficiali, bensì la famiglia, le istituzioni e chi avrebbe dovuto educarli, quindi la società stessa.
Infatti, i “nuovi genitori” sono troppo permissivi, troppo disposti a proteggere i propri figli e non riescono ad affermare la propria autorità su di loro, mentre la società spinge i giovani al consumismo, crea bisogni molto spesso fittizi, propone loro idoli capricciosi e di dubbia moralità… aggrava insomma la già difficile situazione, facendo abbandonare loro i valori più importanti.
Tutti gli atteggiamenti scorretti dei giovani, come stare ore e ore al cellulare, rivolgersi sgarbatamente alle autorità, maltrattare il prossimo e non curarsi delle persone che li circondano, derivano quindi da una cattiva educazione.
Su questo punto i due giornalisti mi trovano completamente d’accordo, infatti il rapporto adulti – giovani sta diventando sempre più problematico: da entrambe le parti manca la volontà di comunicare e piuttosto che correggere gli atteggiamenti sbagliati dei ragazzi, si tende a legittimarli.
Questo comportamento degli adulti risulta inconveniente non solo per i più vecchi, come gli anziani, i genitori o i nonni, bensì anche per i più giovani (come ha scritto giustamente Augias), i quali sentono il bisogno di un’autorità, ovvero di qualcuno che ponga loro di limiti, anche a costo di subire qualche punizione.