Considerazioni sul libro di Salvatore Mannina “Ciminna nel solco dell’Unità d’Italia”.
di Michelangelo Barone
Nel mese scorso l’ex assessore Salvatore Mannina mi ha omaggiato il suo libro “Ciminna nel solco dell’Unità d’Italia” e leggendolo, purtroppo, ho trovato diverse notizie che io ritengo non veritiere e accennato ad alcuni fatti amministrativi in maniera fugace e non rispondenti ai fatti realmente successi, in particolar modo nel periodo dell’Amministrazione Leone che va dal 2007 al 2012.
Pertanto ho ritenuto mio dovere fare qualche precisazione su alcuni episodi e fatti successi durante quell’amministrazione e che l’ex assessore Mannina ritiene che non si siano concretizzati o che hanno avuto problemi per colpa soprattutto del consigliere Michelangelo Barone.
Ma consentitemi prima di chiarire un’ affermazione che l’ex assessore Mannina fa nel suo libro e cioè che il sottoscritto abbia affidato UFFICIOSAMENTE la reggenza del Municipio al fratello Nicola durante il mio viaggio negli Stati Uniti nel 1988 quando ricoprivo la carica di sindaco. Devo precisare che le cariche, allora, venivano assegnate in consiglio comunale infatti sia io che gli assessori di allora siamo stati nominati dai consiglieri comunali con deliberazione consiliare dopo votazione segreta; non capisco come abbia potuto affidare ufficiosamente la reggenza al fratello Nicola visto che oltre al vice-sindaco Saverio La Paglia vi erano assessori e consiglieri che godevano di tutta la mia fiducia e stima per le capacità dimostrate nello svolgere il loro mandato (ricordo fra gli altri il prof. Lo Dolce, il signor Michele Pollaci, Il signor Michele Timo, il signor Salvatore Passantino, Il signor Vito Di Falco). Non mi risulta che mio fratello abbia presieduto consigli comunali o giunte municipali o dato disposizioni agli impiegati comunali.
Nella campagna elettorale del 2007 per il rinnovo dell’amministrazione comunale l’ex assessore Mannina scrive nel suo libro che c’ è stata una mia presunta volontà di imporre un altro assessore oltre a quello già concordato e con Sasà Brancato ed altri abbiamo avuto momenti di tensione. Per meglio ricordare l’accaduto ho contattato tutti i consiglieri comunali di allora appartenenti all’ex maggioranza e tutti mi hanno confermato che non c’ è stata nessuna mia imposizione, ma solamente un chiarimento con il candidato a sindaco Giuseppe Leone il quale già allora cambiava opinioni e decisioni mettendo in difficoltà tutti gli altri. Sasà Brancato già allora, e per tutto il mandato, ha cercato di giustificare il comportamento del figlioccio Giuseppe Leone cercando sempre di rattoppare un vestito che purtroppo stava per nascere già lacero.
Nell’incontro in casa di Peppe Roma Sasà Brancato ed altri hanno proposto che i più votati cosiglieri eletti avrebbero segnalato l’assessore di riferimento proposta accettata da tutti e quindi anche io ho rimesso in discussione l’unico posto di assessore concordato prima ancorandolo all’elezione del nostro amico Michele Lazzara fra i primi cinque. A questo punto mi sembra opportuno ricordare che per chiudere la lista avevamo bisogno di un ultimo candidato e che molti segnalarono il signor Antonio Vito Passantino che personalmente conoscevo bene per la serietà e l’estrema correttezza che ha sempre dimostrato come amministratore comunale. Ebbene il signor Passantino ha chiesto di potere svolgere un ruolo incisivo nell’amministrazione anche per mettere a frutto l’esperienza maturata in tanti anni di attività politica attiva. Io personalmente mi sono messo a disposizione garantendo al signor Passantino che se non avesse avuto visibilità ero anche disposto a cedere il mio incarico di Presidente del Consiglio; cosa che è realmente avvenuta, ed in seguito alle mie dimissioni Antonio Passantino è stato eletto dai Consiglieri Presidente del Consiglio. Tutto questo sta a dimostrare che non tenevo alle cariche ma ai contenuti dell’azione amministrativa.
Per quanto riguarda il gemellaggio con la cittadina francese Plugastell-Daoulas desidero precisare che dal sottoscritto e anche da quasi tutti gli altri consiglieri comunali non c’è stato nessun osteggiamento, ci siamo lamentati con il sindaco Leone perchè tale gemellaggio ci è stato tenuto nascosto fino a tre settimane prima della firma del protocollo di intesa, malgrado che in pre-consiglio abbiamo più volte richiesto notizie in merito sentite le voci che circolavano in paese. Il sindaco Leone ci diceva che non c’era nulla, che erano solo voci infondate e se ci fossero state invece iniziative concrete ci avrebbe informato. Noi abbiamo appreso dell’esistenza di questo gemellaggio quando ci ha comunicato che per la festa del Santissimo Crocifisso ci sarebbe stata la firma del protocollo di gemellaggio. Tutto il consiglio comunale è stato tenuto fino all’ultimo all’oscuro della vicenda come se fosse un segreto di stato. Il giorno della firma del gemellaggio quasi tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione abbiamo disertato la cerimonia senza però inscenare nessuna forma di protesta palese anche perchè gli amici francesi non avevano nessuna colpa e non eravamo e non potevamo neanche essere contrari a tale iniziativa. Sono stati i modi e i comportamenti del sindaco Leone e dell’assessore Mannina a farci assumere quelle posizioni.
Per quanto riguarda la realizzazione dell’asilo nido, ricordo con molta lucidità, che i consiglieri di maggioranza veniamo contattati per fare la stessa sera un pre-consiglio urgente; l’assessore Mannina ci informa che c’è la possibilità di realizzare un asilo nido a Ciminna con un contributo della Regione che doveva servire sia per la costruzione o adeguamento della struttura che per l’acquisto degli arredi e dei materiali occorrenti per la piena funzionalità dell’asilo; se le somme elargite dalla Regione non fossero state sufficienti il Comune doveva intervenire con i propri fondi per la piena fruizione della struttura. Ed ancora la Regione interveniva anche con un contributo per i primi tre anni per il pagamento degli stipendi degli insegnati e del personale ausiliare, dopo di ché tutto doveva ricadere a carico del Comune di Ciminna. La deliberazione consiliare si doveva fare entro due giorni perché il bando scadeva, quindi occorreva convocare il Consiglio Comunale in seduta straordinaria ed urgente già l’indomani mattina; l’assessore Mannina ci ha mostrato solo un foglio della Regione Siciliana inviato a tutte le amministrazioni comunali della Sicilia e datato a più di un mese prima. I consiglieri presenti quella sera ci siamo chiesti dove fare l’asilo nido, ci siamo chiesti se le somme disponibili erano sufficienti per costruire o adeguare un edificio dotandolo di banchi, sedie, lavagne, impianto di climatizzazione, stanza per la mensa, e tutti i materiali occorrenti per un buon funzionamento della struttura; ci siamo chiesti anche, dopo i tre anni, come avremmo fatto per pagare gli stipendi agli insegnati e al personale ausiliario con il bilancio del comune già’ appesantito dalle troppe spese per coprire le quali già allora pagavamo tasse e tributi elevati che opprimevano il bilancio delle famiglie ciminnesi. Non c’era il parere del Segretario-capo, non c’era il parere dell’Ingegnere-capo, non c’era il parere del Ragioniere-capo, dovevamo approvare un’adesione senza un minimo di carte in regola. Abbiamo chiesto come mai siamo stati informati di questa legge solo negli ultimi tre giorni quando non vi era più tempo per fare un piano, per discutere e preparare tutti gli elaborati e i pareri necessari, anche perchè non sapevamo se dovevamo modificare la Pianta Organica del comune inserendovi i posti per gli insegnati e per il personale ausiliare, non sapevamo se il bilancio comunale annuale e pluriennale doveva tenere conto di questa nuova situazione,se si doveva modificare il piano annuale delle opere pubbliche, se il patto di stabilità che imponeva alle amministrazioni di non superare una cifra massima per il pagamento del personale era stato già raggiunto e sforato. Ricordo bene che noi consiglieri comunali eravamo tutti perplessi e preoccupati e nessuno ci dava risposte esaurienti e visto che non c’era il tempo per approfondire la questione perchè già l’indomani mattina dovevano essere notificati gli avvisi per la convocazione del consiglio comunale e si dovevano depositare le carte in segreteria per la visione da parte di tutti i consiglieri ,non c’erano le premesse per convocare un regolare consiglio comunale.
Per quanto riguarda il bando per la gestione del polo museale desidero precisare che tutti i consiglieri comunali ne veniamo a conoscenza quando il bando era stato già pubblicato all’albo pretorio del comune. Nessuno ci aveva informato di questo bando. Abbiamo quindi cercato di capire di cosa si trattasse, chi l’aveva voluto e se era corretto quello che era stato fatto. La Segretaria comunale non ne era a conoscenza, l’Ingegnere-capo non ne era a conoscenza, il Ragioniere-capo non ne era a conoscenza; chiediamo ragguagli sul bando e troviamo un muro omertoso che ci impedisce di capire. Chiediamo se la struttura del polo museale era stata collaudata e ritenuta agibile e ci viene risposto di no; chiediamo da dove verranno prelevate le 20.000,00 euro da dare annualmente all’associazione per i prossimi sette anni e ci viene risposto che non esiste in bilancio un capitolo di spesa specifico ed il bilancio stesso non è stato neanche approvato in consiglio comunale. Dodici consiglieri comunali chiediamo la convocazione urgente del consiglio per votare una mozione di indirizzo con la quale si chiede il ritiro del bando in pubblicazione all’albo pretorio. Il Consiglio Comunale si riunisce due volte il 26-07-11 e il 24-08-11; nella prima seduta viene approvata una mozione di indirizzo con la quale si chiede all’Amministrazione comunale di ritirare il bando, su dodici consiglieri presenti undici votiamo a favore e uno si astiene; nell’altro consiglio (del 24-08-11) viene chiesto ancora il ritiro del bando, in quella seduta eravamo presenti tredici consiglieri e tutti e tredici abbiamo votato a favore del ritiro del bando perchè in palese violazione delle leggi come attestato anche dal Segretario-capo del Comune di Ciminna con nota n.8289 del 29-07-11 e dal Revisore dei conti del Comune di Ciminna con nota n.8858 del 16-08-11.
Concludendo mi sembra evidente il fatto che il consiglio comunale di allora non era spesso informato dal Sindaco e dall’assessore Mannina di quanto andavano facendo e quasi sempre ci mettevano davanti a fatti compiuti perchè per loro quei consiglieri comunali servivano solo ad “ubbidir tacendo”. Noi abbiamo cercato di far comprendere che non era così e che eravamo sempre disponibili a dialogare e a lavorare assieme a loro nell’interesse dell’intera cittadinanza e che non avremmo approvato più nulla a scatola chiusa. Un consiglio comunale formato da persone provenienti da esperienze diverse e da ideologie diverse si è spesso compattato per arginare e ricondurre nei canoni della legalità, della trasparenza e della buona amministrazione le azioni dell’ex assessore Mannina.
Mi riprometto in seguito di continuare a confutare altre affermazioni dell’ex assessore Mannina inseriti nel suo libro, che per brevità di spazio non mi è stato possibile farlo ora.
Nell’introduzione del mio libro Ciminna nel solco dell’unità d’Italia, dicevo che ero consapevole del fatto che essendo impegnato politicamente nell’agone politico, quanto da me scritto era destinato ad essere oggetto di critica. Che l’ex Sindaco Michelangelo Barone abbia avuto l’esigenza di scrivere, se non in un libro, le sue considerazioni, e dal suo punto di vista, non mi può che lusingare dal fatto che lo abbia impegnato nella lettura di quanto io ho scritto e pubblicato il 15 luglio 2015. Certo, lui fa una racconto dei fatti, guardandole dal suo punto di vista e che chiaramente cozzano con quelli che io ho fatto dal mio punto di vista. Cosa dire: se lo scrivere un volume su Ciminna, sulla politica e sui fatti anche da me vissuti in prima persona mi hanno fatto maturare un percorso di riflessione, non posso ora non accettare la critica di chi, e lo ribadisco, si è fatto la sua opinione e si è dato le sue giustificazioni su fatti che hanno portato all’epilogo di quell’esperienza, da me vissuta con entusiasmo, dell’ amministrazione Leone. Potrei dire tanti non e vero e i fatti sono andati per come li ho descritti, ma ciò sminuirebbe il lavoro da me fatto e mortificherebbe tante persone che insieme a me hanno sofferto certi atteggiamenti. Quindi concludo ringraziando il Sig. Michelangelo Barone dell’attenzione che ha dedicato al mio lavoro e spero che nel prossimo futuro, non certo in quello politico, possiamo condividere momenti di crescita per la comunità, raccontando magari nei particolari altri aspetti della politica locale. Grazie.
Desidero ulteriormente precisare che le considerazioni sul libro dell’ex assessore Mannina sono state condivise da tutti e nove i consiglieri comunali dell’ex maggioranza e suffragati anche da deliberazioni di consiglio comunale e da corrispondenza di alcuni responsabili del Comune di Ciminna, quindi non sono frutto di opinione personale.
Ribadisco e concludo: la ringrazio della sua attenzione, a cui aggiungo, anche quella dei “presunti” nove e dei “presunti” responsabili del Comune di Ciminna, comprendendo fino in fondo che la sua esigenza di rafforzare la sua “presunta” ragione ne indebolisce il contenuto; come dicevano i latini Excusatio non petita, accusatio manifesta.