Ciminna si mobilita
di Saverio La Paglia
Nella serata del 22 dicembre 2015, nei locali del “Tempio Club” di Ciminna, la cittadinanza è intervenuta numerosa , compatta ed estremamente motivata all’ assemblea cittadina avente lo scopo di costituire un “COMITATO DI SALUTE PUBBLICA”, composto dalla societa’ civile e che comprendesse tutte le categorie sociali sindacali e di categoria, per trattare tutte le problematiche sorte in relazione al progetto proposto e deliberato, frettolosamente senza le necessarie valutazioni del caso, dall’amministrazione Catalano, tendente a realizzare, in Contrada “Pianotta”, granaio di Ciminna , terra fertile e ubertosa votata al commercio e alle attività imprenditoriali nel campo agro- pastorale e di trasformazione di prodotti latto-caseari, un mega impianto di trattamento e smaltimento di rifiuti solidi urbani inizialmente per 15 comuni che hanno firmato un “protocollo d’ intesa” ma che sicuramente porterà ,nel tempo, ad assorbire i rifiuti di quasi l’intera Provincia di Palermo .
Vito Barone, candidato a sindaco nelle ultime elezioni comunali, facendo seguito alle assemblee e al comizio , dando seguito a quanto richiesto e stabilito dalle volontà’ assembleari ,ha ribadito la necessità di istituire un “comitato” al fine di sciogliere ogni possibile dubbio o perplessità relativi alle eventuali pericolosità’ presenti e/o future che questo tipo d’impianto possa comportare compromettendo irreversibilmente il territorio ,l’ambiente circostante e soprattutto la SALUTE PUBBLICA.
Nel corso dell’assemblea intensa e partecipata, è stato ribadito da tutti gli intervenuti che il comitato abbia come principale obbiettivo quello di affiancare e stimolare l’Amministrazione con una maggiore e scrupolosa attenzione a tali problematiche , attivando tutte le iniziative necessarie tendenti a:
– a sospendere gli effetti della “frettolosa” determinazione consiliare nonchè’ la immediata esecutività della delibera comunale n. 36 del 28/10/2015 avente per oggetto: ”Dichiarazione di pubblico interesse alla iniziativa di project financing…….”;
– Proposizione ed indizione di referendum popolare;
– Attivazione di tavoli tecnici composti da esperti di dichiarata fama, esterni (super partes) al fine di fare acquisire alla cittadinanza “sovrana” ,attraverso una imparziale informazione, una consapevole e libera opinione circa l’impianto da realizzare;
– informare costantemente ,per mezzo di assemblee, non solo la cittadinanza, ma altresì, informare e stimolare le comunità’ e le Amministazioni dei paesi interessati che ricadono nell’ambito del territorio dove dovrebbe sorgere l’impianto .
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Per acclamazione è’ stato eletto come Presidente Onorario Don Francesco Lazzara per le sue non comuni e notevoli qualità umane , unite al suo impegno e dedizione, che nel tempo ha sempre di dimostrato, sia nella sua vita che nella sua missione di fede, sempre vicino alle persone e soprattutto ai piu’’ deboli e bisognosi “gli ultimi”. La sua presenza darà , certamente, al comitato la certezza che tutti gli atti e le decisione prese saranno sempre ispirate al rispetto e all’imparzialità nei confronti di tutto e di tutti.
Sempre per acclamazione è stato designato a ricoprire la carica di Presidente il maestro Saverio La Paglia, che nel tempo ha dimostrato ,all’intera comunità’, la capacità di sapere lavorare con rettitudine e saggezza assolvendo prima con dedizione e slancio all’alto compito di maestro e pedagogo grazie alle non comuni doti culturali e morali , e dopo da amministratore della cosa pubblica attento e scrupoloso .
Ad entrambi è andato il voto caloroso e unanime dell’assemblea, nella consapevolezza di avere affidato la guida del comitato ad uomini imparziali e certamente al di sopra di tutte le parti.
Il presidente ,subito dopo la sua elezione , ha precisato che nessuno deve e puo’ strumentalizzare le finalità’ del “comitato” del quale ha chiesto ne facciano parte le personalità che nel tempo hanno avuto ruoli istituzionali e che conoscono la realtà locale che ne hanno certamente a cuore le sorti.
Attorno a questo “principio nobile” , il neo presidente ha ribadito: “ ognuno deve dare il massimo contributo” appello che è stato recepito con le adesioni convinte e motivate da parte dei rappresentanti del mondo sindacale, imprenditoriale , culturale e di tutte le realtà’ presenti .
Ritengo che molti dei dubbi che sono stati sollevati su questo progetto dipendono dal fatto che non è stata data una preliminare e chiara spiegazione delle parole “in projet financing”. Vero è che chiunque può trovare in internet le notizie necessarie per capire di che si tratta, ma non è né semplice né scontato. In estrema sintesi si tratta di questo: una impresa privata presenta un progetto per gestire un servizio di interesse pubblico, nel nostro caso lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di una determinata area geografica, sempre nel nostro caso, i comuni che hanno aderito all’accordo. L’impresa si accolla le spese necessarie per la progettazione, la messa in opera, l’avvio e la gestione dell’impianto, spese che saranno anticipate da una banca la quale darà il finanziamento solo dopo avere acquisito le opportune garanzie che l’impresa sarà in grado di restituire il finanziamento medesimo con i relativi interessi. Oltre alle autorizzazioni e ai permessi di una nutrita sfilza di enti preposti, lo scoglio più difficile da superare per l’impresa sarà quello di ottenere il finanziamento della banca. Ed è qui che, secondo me, naufragano i progetti. L’impresa che propone il progetto comincia ad affrontare spese già per la sola sua stessa presentazione ed è chiaro che inizierà il complesso iter burocratico solo se è pienamente convinta di avere le carte in regola. Se le cose si metteranno male la prima a rimetterci sarà l’impresa. Se l’impianto funzionerà come previsto, con i ricavi l’impresa potrà coprire i costi di gestione, restituire il prestito con gli interessi ed avere anche un utile. Le entrate saranno costituite dalla vendita dei materiali recuperati dalla lavorazione dei rifiuti e soprattutto dalle tariffe che pagheranno i comuni aderenti all’accordo per il conferimento dei rifiuti medesimi nell‘impianto di smaltimento. I costi di conferimento all’impianto dovrebbero essere inferiori a quelli che i comuni affrontano attualmente, tenendo conto anche delle spese di trasporto notevolmente inferiori e questo dovrebbe tradursi in un alleggerimento della tassa per la raccolta rifiuti a carico dei cittadini. Il beneficio più importante, secondo me, sarebbe quello di avere la consapevolezza che i rifiuti verranno smaltiti in modo razionale, non potendo pensare di continuare per sempre a spedire i propri rifiuti nelle discariche in territori altrui sempre più lontani, a costi crescenti e con multe molto salate per il mancato raggiungimento delle percentuali di differenziazione previste dalla legislazione europea.
E poi non è chiaro come un tale impianto, considerate le caratteristiche e l’ubicazione, possa impedire al territorio di Ciminna di continuare ad essere “terra fertile e ubertosa votata al commercio e alle attività imprenditoriali nel campo agro-pastorale e di trasformazione di prodotti latto-caseari “ insomma un paradiso terrestre, se non si tenesse conto della disoccupazione, dei giovani e anche meno giovani che non hanno prospettive, della povertà dilagante e di una serie infinita di altri problemi.