Green Planet e Arrow Bio: Disamina di un giovane

di Davide D’Alessandro

Ho sentito tanto la parola “giovani” in questi giorni saltare di bocca in bocca dei nostri fantomatici politici ciminnesi, hanno sproloquiato in lungo e in largo sui due impianti Arrow Bio e Green Planet rimanendo vaghi, ipotizzando sulla base di nulla, solo nello scopo di fare POLITICA.

Io li ho ascoltati, ma ho deciso di informarmi e adesso voglio parlarvi delle mie analisi e supposizioni che ho avuto modo di fare ricercando,scandagliando Decreti legislativi,normative su i due progetti in questione.

Iniziamo con GREEN PLANET che è giá in costruzione,da quello che ho avuto modo di interpretare rispetta tutte le normative, ma non posso assicurarvi che non inquina, anche se molte fonti attendibili danno questa tecnologia come assodata e non pericolosa.
Andiamo nello specifico su cosa fa l’impianto.
Esso è autorizzato per le seguenti procedure secondo quanto previsto nell’allegato C (“Operazioni di recupero”) alla parte quinta del D.lgs. 152/2006, nel modo seguente:

– R1: Utilizzazione principale come combustibile o altro mezzo per produrre energia;

– R3: riciclo/recupero di sostanze organiche;

– R13: messa in riserva dei rifiuti in attesa di recupero.

La frazione di umido(FORSU) ricevuta dall’impianto seguirà sommariamente la seguente filiera:

Arrivo, preparazione, digestione in reattori con ceppi batterici (processo anaerobico) con produzione di biogas e compostaggio(processo aerobico) per produzione di compost.

Cosa succede al biogas?
Come avverrà lo stoccaggio?

Secondo il progetto presentato da Green Planet sará trasformato in energia da due motori a combustione interna.
Il Decreto della Regione però non parla di autorizzazione a produrre energia. Perchè?
Tutto risiede nella normativa che regola la produzione di energia da biomasse (il biogas è classificato come  biomassa)
il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387
Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità.
Esso non prevede autorizzazioni per installazione di impianti per produzione di energia sotto i 200 kW ( Art. 12 con riferimento alla Tabella A)
e i due motori che si propone di installare Green Planet sono 2 da 99 kW l’uno. Quindi per il decreto citato dovranno semplicemente fare la denuncia di inizio attività.

Per quanto riguarda l’immissione in rete lo stesso decreto dice che:

I gestori di rete hanno l’obbligo di fornire al produttore che richiede il collegamento alla rete di un impianto alimentato da fonti rinnovabili le soluzioni atte a favorirne l’accesso alla rete, unitamente alle stime de costi e della relativa ripartizione, in conformità alla disciplina di cui al comma 1.

Quindi l’energia in parte sarà utilizzata per il consumo proprio dello stabilimento e la restante parte grazie ad un opportuno impianto sará trasferita in bassa tensione alla rete Enel con cavidotto interrato in bT di circa 80 metri.
Andiamo ai motori secondo il progetto i due motori hanno le seguenti caratteristiche:

caratteristiche motore

le emissioni di CO e NO2 sono ben dichiarate e quali sono i valori limiti di emissioni per questa tipologia di motori?
Secondo il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152
Parte quinta dove vengono regolate le emissioni leggiamo:

Agli impianti che utilizzano il biogas di cui all’allegato X si applicano i valori di emissione indicati alle lettere a), b) e c).

a) nel caso si tratti di motori a combustione interna i valori di emissione, riferiti a un tenore volumetrico di ossigeno pari al 5% nell’effluente gassoso anidro, sono:

Potenza termica nominale installata

 < uguale 3 MW 

carbonio organico  totale (COT) | 150 mg/Nm3

monossido di carbonio (CO) | 800 mg/Nm3

ossidi di azoto (espressi come NO2) | 500 mg/Nm3

Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapori (come HCI)  10 mg/Nm3.

Le emissioni del motore sono quindi corrispondenti alle emissioni limite consentite(l’azienda si propone di abbattere l’emissione di CO del 50% grazie a catalizzatori ossidanti).I gas saranno scaricati in atmosfera da due camini a 4,5 metri da terra.

Naturalmente da attenzionare è lo smaltimento e la gestione dei percolati della lavorazione anaerobica ed aerobica potenzialmente pericolosi che verranno depurati e raccolti in vasca adatte e poi smaltiti tramite aziende specializzate.

Questo sono tutti i dati che ho interpretato riguardo l’impianto a tenore di 9,9 tonnellate, nel caso di ampliamento a 33 tonnellate rimane nel dubbio se saranno sempre utilizzati gli stessi motori per la produzione di energia, ma preciso che per produzione maggiore a 200 kW dovranno ricevere ulteriore autorizzazione.

Andiamo ad Arrow Bio

La sostanziale differenza è sul trattamento iniziale che a mio parere rende più pericoloso l’impianto, trattamento che prevede il recupero delle materie riciclabili,  il resto del processo è uguale con gli stessi scopi: Biogas, produzione di  energia e compost;

Nell’impianto in questione a differenza del precedente arrivano tutti i rifiuti indifferenziati e attraverso un meccanismo idro-meccanico (rulli, acqua, calamite e manualmente) vengono separati i materiali per caratteristiche o differenza di densità, i rifiuti vengono così differenziati in cartone,  metalli ferrosi,  metalli non ferrosi, materie plastiche varie,  sabbia grossa e sottile, vetro,  residui inerti,  FORSU – frazione organica dei rifiuti solidi urbani.

La FORSU- frazione organica  è trattata come nell’impianto Green Planet per produrre biogas e compost, nella relazione specifica non sono menzionati i motori che dovrebbe usare Arrow Bio per produrre energia da Biogas, ma conoscendo ormai la normativa penso che saranno sempre motori per produzione sotto i 200 kW in quanto non prevedono autorizzazioni.

Naturalmente ritengo sia più pericoloso perché abbiamo un trattamento più complesso dei rifiuti per la parte iniziale e naturalmente il riciclo delle acqua che dividono i rifiuti deve essere ben attenzionato e avremo una quantità di percolati maggiore.

Con questo relazione spero che ognuno di voi abbia più chiaro il quadro generale sugli impianti, in molti pezzi ho dovuto riassumere per non dilungarmi troppo per non perdere la vostra attenzione.

In conclusione tengo a precisare che non sono un esperto e potrebbero esserci delle imprecisioni.

Sulla gestione dei rifiuti io penso che Ciminna come ogni città civile debba essere in grado di  smaltire i propri rifiuti e sottolineo i PROPRI che ben venga un piccolo impianto di 9,9 tonnellate come quello in costruzione che al fianco di una buona politica di differenziata ci rende virtuosi nella gestione non pesando sulla emergenza rifiuti in cui versa la Regione Sicilia, ma mi OPPONGO a chi pensa di far diventare Ciminna il centro di smaltimento dei rifiuti di mezza Sicilia.

4 Replies to “Green Planet e Arrow Bio: Disamina di un giovane”

  1. Davide, ho letto con attenzione il tuo pezzo è concordo pienamente con quanto evidenziato da te.
    Ti aggiungo che siamo in attesa di ricevere uno studio in materia, asseverato dai maggiori organismi europei del settore.
    Contiamo di organizzare un apposito convegno, con studiosi di spicco del settore, nella prima decade di marzo.
    Ho già ricevuto la disponibilità da parte del Comitato di Salute Pubblica, per l’organizzazione di questo convegno.
    Su questo tema sono stati in molti a parlare, ma solo in pochi siamo rimasti senza smentite.

  2. Bravo Davide, anche Filippo ha portato avanti un preciso studio………..la necessita’ e’ madre dell’ingegno………… comi mi diceva un mio maestro di vita.

    ciao enzo timo

  3. Sento il dovere di esprimere ancora il mio parere in merito alla vicenda Green Planet e Arrow Bio, dovere che considero essere obbligo nel constatare che, a parte la stessa Green Planet e il dott. S.E. Catalano, non ho letto pareri o argomentazioni che si discostassero da quelli deliberati dal “Comitato di salute pubblica pro Ciminna”, anche se parlando, qualcuno non allineato al comitato l’ho trovato, e anche più di uno.
    Ritengo che l’impianto della Green Planet è un grande passo in avanti per dare una soluzione razionale ed accettabile al problema dello smaltimento dei rifiuti, così come ha in maniera efficace illustrato la stessa Green Planet s.r.l. Il rifiuto organico, normalmente fonte di inquinamento ambientale e atmosferico altamente dannoso, entra negli impianti e viene trasformato in compost di alta qualità e biogas che viene utilizzato per produrre energia elettrica. Ricordo che per produrre energia elettrica il gas è il combustibile meno inquinante e nel nostro casa sarebbe pure una fonte rinnovabile. Non mi pare superfluo evidenziare pure che non sarebbe di alcuna utilità differenziare la parte umida e organica dei rifiuti se poi non ci fosse la possibilità di conferirla in impianti idonei. L’impianto della ArrowBio tratterebbe una quantità maggiore di rifiuti, anche indifferenziati, e a parere degli esperti (anche se di parte, ma comunque pareri ben argomentati) risolverebbe in maniera definitiva il problema dello smaltimento dei rifiuti di Ciminna e di altri paesi del comprensorio in quanto la tecnologia brevettata della Arrow Bio prevede un determinato quantitativo minimo di rifiuti da trattare. Se gli impianti Green planet e Arrow Bio fossero ubicati nel territorio di “un paese che non c’è“, sfido chiunque a dire che questa non è la soluzione ideale dell’atavico problema dello smaltimento dei rifiuti che affligge Ciminna e tutti gli altri paesi del mondo, tranne “il paese che non c’è”.
    Le ricerche e argomentazioni pubblicate dagli oppositori ai predetti impianti sono sicuramente validi e dimostrano competenza e impegno. Però ritengo che sarebbero ancora più validi se facessero una comparazione tra la quantità e qualità di inquinamento che gli impianti in questione impatterebbero nell’ambiente e quello che di fatto attualmente si produce ed accumula trasportando i rifiuti dei paesi interessati fino alla discarica ancora disponibile (ma fino a quando?) e cioè a Siculiana. Quanto inquinamento producono i motori diesel degli autocompattatori, solitamente vetusti e malandati, per percorrere tutta quella strada andata e ritorno? E quanto inquinamento producono questi stessi rifiuti ambulanti conferiti in quella discarica? Per non parlare di quanto costa la trasferta dei rifiuti: costo dei carburanti, dell’usura degli automezzi e del disagio e rischi per gli operatori; ma si sa che per la tutela del “proprio” ambiente non si deve badare a spese. Una comparazione di questi elementi penso che contribuirebbe in maniera significativa a chiarire le idee di molti, sempre che si abbia voglia di avere chiare le proprie idee anziché seguire acriticamente quelle di altri per quanto stimabili siano.
    In quanto al “comitato di salute pubblica pro Ciminna” ritengo che la sua denominazione sia quantomeno fuorviante. Esso potrebbe difendere qualsiasi altro legittimo interesse da un presunto danno provocato dagli impianti in questione, come ad esempio quello dei proprietari delle terre della zona, della tutela paesaggistica e del turismo collegato e di qualsiasi altra cosa ci vorrete mettere. Ma non certo quello della salute dei cittadini di Ciminna che si trovano a notevole distanza dagli impianti comunque poco inquinanti e da questi separati da rilievi collinari che ne impediscono anche la percezione visiva dal centro abitato..

  4. non ho ben capito i limiti emissivi: il motorista dichiara co ed nox, ma mi risulta che siano fuori x cot, sox e polveri
    la legge c’é ma non viene mai rispettata

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