Una considerazione e un auspicio in merito al Comitato di Salute e il futuro di Ciminna.

di Giuseppe Nigliaccio

Voglio condividere una considerazione e un auspicio, in merito al Comitato di tutela della salute e all’attuale situazione politica di Ciminna. Sono convinto che la nascita del Comitato (con tutti i suoi presupposti e le sue conseguenze) possa potenzialmente rappresentare un enorme salto qualitativo non solo nella vita politica del nostro paese, ma anche e soprattutto nel sentire comune e nella coscienza politica del popolo ciminnese. Cerco di spiegare il mio pensiero.

Credo che sia condivisibile affermare che a Ciminna, così come in tutti i centri medio-piccoli, la  dinamica politica sia spesso stata frutto di una specifica logica soprattutto nell’ottica delle elezioni.

Nell’agone politico, nella scelta dei candidati così come nel segreto delle urne, il fattore che ha sancito l’esito del voto è spesso stato influenzato dai legami familiari, o umani, piuttosto che dal programma presentato da una lista o dall’altra.

Abbiamo sempre percepito come inevitabile, fisiologico, che in un paese come il nostro la politica piuttosto che sulla capacità di un candidato (sia esso aspirante sindaco o consigliere) di elaborare un programma di qualità, si sia basata sulla capacità del suddetto candidato di portare in dote una cospicua quantità di voti.

Ciò si è tradotto, purtroppo, nel mancato sviluppo socio-economico della nostra realtà, in una costellazione di mancate opportunità che gravano pesantemente sulle vite di ognuno di noi. Questo è stato possibile, secondo me, perché la quotidianità dei nostri impegni e la familiarità con i luoghi e le persone che incontriamo giornalmente hanno spesso appiattito la nostra capacità di immaginare ciò che Ciminna potrebbe essere, sul piano dello “è inevitabile che sia così”. Quelle ferite, rappresentate dal mancato sviluppo di Ciminna, che dovrebbero bruciare nelle coscienze di ognuno di noi, sono state cauterizzate dalla rassegnazione e anestetizzate dal fatalismo, proprio di noi siciliani, che vede nella realtà qualcosa di immodificabile e reputa sciocco e ingenuo pensare di poterla cambiare.

L’incombente spettro di un impianto “possibilmente” inquinante ha di botto svegliato dal torpore la coscienza civica ciminnese e ha sovvertito la gerarchia dei nostri legami politici. Per la prima volta si è percepito in maniera viva, come una ferita aperta, che la politica è questione di fatti, di programmazione, non una faccenda di legami familiari e di amicizia. La paura che la nostra salute fosse messa a repentaglio dall’impianto ci ha donato, come un pugnale conficcato nella nostra carne, la vivida consapevolezza che la politica realmente incide nelle nostre vite e, dono ancora più importante, ci ha dimostrato che la popolazione può non subire passivamente le scelte di chi amministra. Dinanzi alla salvaguardia delle nostre vite e dei nostri figli, non c’è e non ci deve essere legame familiare, di amicizia o lavorativo in grado di ostacolare la libera espressione del popolo.

È questo il grande merito che va riconosciuto alla nascita e all’attività del Comitato di salute al quale ognuno di noi deve essere grato.

Questo cambiamento di prospettiva, questo salto qualitativo nella coscienza politica del popolo ciminnese, non è però qualcosa di già strutturato e sedimentato, corre anzi il rischio di essere frenato se non bloccato. Da cosa? Dal pericolo che le persone che storicamente si stanno ritrovando a esercitare un ruolo “politico” di primo piano (o perché facenti parte del Comitato, o perché ad esso moralmente legati) finiscano per rimanere invischiate nella logica degli attacchi personali. Il rinnovamento della coscienza politica dei ciminnesi esige che, coloro i quali dell’inizio di tale risveglio sono gli artefici, riescano a portare la dialettica politica su un piano più alto, dove si parli e si critichino i fatti, non le persone. Solo così potremo realmente essere in grado di percepire la politica come il “luogo” dove effettivamente si decide del bene comune.

Il mio auspicio è che, grazie al contributo di ogni cittadino che ha a cuore il bene collettivo prima dell’interesse personale, il Comitato possa essere un esempio della politica nel suo significato più alto: non lotta per una fazione, ma lotta per il futuro di Ciminna; non uno strumento per denigrare gli avversari, ma un catalizzatore delle migliori intenzioni dei ciminnesi; non espressione delle decennali rivalità politiche fra le diverse famiglie, ma simbolo di un popolo che finalmente ha capito che ha nelle proprie mani il proprio domani.

3 Replies to “Una considerazione e un auspicio in merito al Comitato di Salute e il futuro di Ciminna.”

  1. Condivido pienamente, e in un mio breve intervento Al Tempio ho detto ” questa è la politica, il dibattito, il litigio, i punti di vista diversi, ma tutti rivolti al bene comune . Non è piu’ tempo dei voti dati ai nipote o al vicino di casa se non c’è progetto politico, non è piu’ tempo del ” vuticeddu” perchè la somma di tanti ” vuticeddi” diventa maggioranza e quindi potere decisionale.
    enzo timo

  2. Giuseppe giusta analisi, ma sai cosa non riesco a mandar giù le lamentere di ognuno di noi, che sono da un’anno a questa parte sempre gli stessi: “il paese è tornato indietro di 30 anni, la manutenzione delle strade del paese e di campagna inesistenti,amministratori assenti che prendono alcuni anche 1000 euro al mese di indennità, ecc. ecc.” molte di queste lamentere provengono da elettori di questa amministrazione, io dico basterebbe che ognuno di questi chiamasse a chi gli hanno dato il voto e dille in faccia che nulla del programma elettorale è stato realizzato, invitarli a mantenere gli impegni presi, e vedrai Giuseppe che le case cambieranno, ma sino a quando permetteremo a chi ha ottenuto 200, 100, voti, perchè la parentela è abbastanza grande, e l’ha votati compatti, senza tener conto dell’incapacità di amministrare, allora nulla cambierà, sino adesso in questa esperienza amministrativa sono stati proprio loro ad aver fallito; e sino a quando le scelte vengono fatte e imposti da chi di ciminna non sà nulla e qui non vive allora nulla cambierà.

  3. Nel paesino a 25 km da Palermo, un gruppo di giovani è protagonista della “rivoluzione delle matite”, un movimento per incitare la cittadinanza a votare consapevolmente, al di là di favori e legami di parentela, alle elezioni comunali di ieri e oggi.Quel giorno, a Bolognetta, ho messo la firma ed il mio numero telefonico.
    IO C’ERO X LiberaMente Ciminna.

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