Giubileo del VI Vicariato, appuntamento mercoledì 20 in Cattedrale con Don Corrado Lorefice.
di Agorà Ciminna
I fedeli della comunità ciminnese sono chiamati a vivere l’esperienza del Giubileo della Misericordia del VI Vicariato. L’appuntamento con il Nostro Arcivescovo Don Corrado Lorefice, avrà luogo Mercoledì 20 Aprile 2016 nella Chiesa Cattedrale di Palermo alle ore 17,00.
Il VI Vicariato, guidato dal Vicario Episcopale Don Antonio Todaro, comprende, oltre alla Parrocchia Santa Maria Maddalena di Ciminna, le parrocchie dei comuni di Baucina, Belmonte Mezzagno, Bolognetta, Campofelice di Fitalia, Castronovo di Sicilia, Cefalà Diana, Godrano, Lercara Friddi, Marineo, Misilmeri, Regalgioffoli, Roccapalumba, Ventimiglia di Sicilia, Villafrati e Vicari.
Il giubileo sarà inoltre trasmesso in diretta web sul Canale You Tube del Sesto Vicariato raggiungibile anche dal nostro sito Agorà Ciminna.
Come ottenere l’indulgenza?
L’8 dicembre nella Solennità dell’Immacolata Concezione si svolgerà la cerimonia di apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro. Ecco un elenco, non esaustivo, dei principali simboli e significati del Giubileo della Misericordia.
Che cosa significa Giubileo?
Viene detto anche Anno santo, perché promuove la santità della vita dei credenti. Chiedeva il Papa Paolo VI in occasione dell’Anno santo del 1975: “L’Anno santo pone la questione: tu conosci te stesso? Che cosa sai di te stesso? Chi sei? Sei cristiano? E che cosa significa essere cristiano?”. Dunque è l’anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, della conversione e della penitenza sacramentale. Per Papa Francesco sarà “un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”.
Che cos’è la Bolla d’indizione del Giubileo?
Il 13 marzo 2015, giorno dell’ingresso nel terzo anno del suo Pontificato, Francesco ha indetto l’Anno santo straordinario della misericordia attraverso la Bolla. Si tratta di un documento ufficiale e solenne che indica la data e definisce le modalità principali di svolgimento del Giubileo. Qui si trova la bolla Misericordiae Vultus.
Qual è il motto del Giubileo?
Nel motto del logo, tratto da Lc 6,36, “Misericordiosi come il Padre”, si propone di vivere la Misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr Lc 6,37-38).
Chi sono i missionari della misericordia?
Sono 800 sacerdoti provenienti da ogni parte del mondo, indicati dai loro vescovi ma nominati direttamente dal Papa. Segno della vicinanza e del perdono di Dio avranno la facoltà di rimettere i peccati il cui perdono è riservato alla Sede Apostolica, e cioè la profanazione dell’Eucaristia, l’assoluzione del complice, la consacrazione episcopale senza mandato papale, la violazione del sigillo sacramentale e la violenza fisica contro il Pontefice. Tutti i sacerdoti, invece, potranno rimettere anche il peccato di aborto procurato.
Che significato ha il logo del Giubileo?
Il logo è opera di padre Ivo Marko Rupnik. L’immagine, molto cara alla Chiesa antica, che indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione, propone il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita.
Che cos’è la Misericordia?
La misericordia è uno dei nomi di Dio, uno dei suoi attributi. La parola italiana deriva dal latino miser e cor, indicando il cuore toccato dalla miseria. Misericordia allora significa amore compassionevole, che si prende cura della persona. Avere misericordia significa imitare il Signore che si china sulle povertà dell’uomo, guardare all’altro con cuore compassionevole, pronto al perdono. Nella Misericordiae vultus il Papa definisce la misericordia “architrave della Chiesa”.
Quali sono i segni del Giubileo?
Il pellegrinaggio, la porta santa e le indulgenze.
Cos’è il pellegrinaggio?
Come scrive Francesco nella bolla Misericordiae Vultus: “Il pellegrinaggio è un segno peculiare dell’Anno santo perché icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata”. Il pellegrinaggio è dunque un percorso di pentimento e di preparazione al rinnovamento interiore che il fedele compie sui passi di Gesù. È anche un itinerario “materiale”: per ottenere l’indulgenza giubilare bisogna andare pellegrini in una delle quattro Basiliche maggiori a Roma (San Pietro; San Giovanni in Laterano; Santa Maria Maggiore; San Paolo fuori le Mura), oppure in ogni diocesi del mondo saranno indicati luoghi di pellegrinaggio legati al Giubileo. In entrambi i casi si deve partecipare alla Messa o a una celebrazione liturgica (lodi, vespri…), o a un “esercizio di pietà” (come la Via Crucis o il Rosario).
Che significato ha la Porta Santa?
Gesù ha detto: “Io sono la porta” (Gv 10,7) per indicare che nessuno può avere accesso al Padre se non per mezzo suo. Gesù è l’unica via di accesso alla salvezza. Di conseguenza il passaggio attravero la Porta santa evoca il passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia attraverso Cristo, che chiama tutti a partecipare ai frutti della redenzione del Signore e della sua misericordia. Papa Francesco ha ricordato nella Misericordiae Vultus: «Attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi».
Che cos’è l’indulgenza?
E’ l’espressione dell’amore indulgente e misericordioso di Dio nei confronti dell’uomo peccatore. L’indulgenza è la remissione della pena temporale per i peccati già “perdonati” da Dio attraverso la Confessione.
La teologia cattolica insegna che ogni nostro peccato ha duplice conseguenza:
-genera una colpa che è rimessa all’assoluzione sacramentale nella Confessione, attraverso cui il peccatore è rimesso allo stato di grazia e alla comunione con Dio.
-comporta una pena che permane oltre l’assoluzione. L’uomo peccatore, pur riconciliato con Dio, è ancora segnato da quei “residui” del peccato che non lo rendono totalmente aperto alla grazia.
In particolare, la pena temporale può essere scontata sulla terra con preghiere e penitenze, con opere di carità e con l’accettazione delle sofferenze della vita. Per estinguere il debito della pena temporale la Chiesa permette ai fedeli battezzati di accedere alle indulgenze. L’indulgenza può essere parziale (è solo un passo nel cammino di purificazione) o plenaria, totale (com’è quella giubilare), perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo, facendone una nuova creatura.
Come si ottiene l’indulgenza giubilare?
L’indulgenza plenaria è concessa in occasione del Giubileo al cristiano che segue questi comportamenti:
In primis, ci si deve accostare con cuore contrito al sacramento della Penitenza.
Va compiuto un pellegrinaggio in una delle grandi Basiliche giubilari, a Roma, in Terra Santa e nelle Chiese designate in ogni diocesi.
Nel visitare queste Chiese si deve partecipare alla Messa, oppure ad un’altra preghiera: Lodi, Vespri, Via Crucis, Rosario, Adorazione o preghiera personale concluse col “Padre nostro”, la Professione di fede, la Preghiera a Maria. La preghiera va recitata secondo le intenzioni del Papa, a testimonianza di comunione con tutta la Chiesa.
In terzo luogo, ci si deve impegnare in opere di carità e penitenza che esprimano la conversione del cuore.