70 anni dalla morte di Nicolò Azoti: Figlio di Ciminna sconosciuto ai ciminnesi
di Davide D’Alessandro
5 colpi di pistola alle spalle il 21 dicembre 1946 segnano la condanna a morte di Nicolò Azoti che muore dopo 2 giorni di agonia il 23 dicembre. Ma chi era Nicolò Azoti? Nicolò Azoti nasce a Ciminna il 13 settembre 1909 da Melchiorre e Orsola Lo Dolce si trasferirà da bambino con la famiglia a Baucina dove crescendo diventerà sindacalista e segretario della Camera del Lavoro di Baucina, nella sua attività si scontrò con i gabellotti mafiosi nel cercare di far applicare la nuova legge sulla divisione dei prodotti agricoli che sancivano il 60% ai contadini e il 40% ai padroni, Azoti stava inoltre cercando di fondare una cooperativa agricola. Prima le lusinghe: «Lascia perdere tutto – gli disse un giorno un gabelloto – e ti daremo la terra e il frumento che vuoi!». Poi le minacce: «Tu ci stai rovinando, ma te la faremo pagare cara!». Nicolò Azoti con la dedizione ai suoi valori aveva toccato gli interessi della mafia rurale. L’omicidio Azoti è rimasto irrisolto e l’inchiesta fu archiviata in istruttoria.
Importante per il ricordo di Nicolò Azoti il lavoro della figlia Antonella, che ai tempi aveva 4 anni, oggi gira in tutta Italia per far conoscere la storia del padre, ha pubblicato anche un libro dal titolo “Ad alta voce. Il riscatto della memoria in terra di mafia” edito da Cart’Armata. Indelebili nella sua mente quei giorni e la storia del “cappottino rosso” che racconta con gelosia, mancavano pochi giorni al natale e il padre qualche giorno prima aveva comprato per lei un cappottino rosso, quel regalo non era rimasto nascosto ai suoi occhi ma con l’uccisione del padre quel cappottino prima di essere donato alla piccola Antonella fu dipinto di nero, il colore del lutto. Per molti anni si è tenuto dentro quel dolore, fino a quando adulta, durante una delle prime manifestazioni in ricordo della Strage di Capaci interruppe il suo silenzio decidendo di portare in giro la sua testimonianza sul padre.
Da giovane ciminnese con gli ideali di sinistra, da quando sono venuto a conoscenza della storia di Nicolò Azoti ho sempre guardato con ammirazione quest’uomo, l’ho spesso guardato con un pizzico di tristezza notando che a Ciminna il suo paese di nascita è quasi sconosciuto, spero che quest’articolo riesca a dare l’input iniziale per far conoscere ai ciminnesi questo ragazzo coraggioso questo “Compagno” come scritto nella raccomandata nei documenti allegati, che Ciminna possa riconoscere Ad alta voce questo suo figlio ucciso per aver lottato contro le ingiustizie. Allego all’articolo delle copie di documenti che mi sono state donate, nell’intento di spingere i lettori a conoscere la storia di quest’uomo, per far appassionare come me qualche altro ciminnese affinchè grazie al ricordo Nicolò dopo 70 anni sia ancora vivo e viva a lungo.
Ciao Nicolò.
In basso in ordine cronologico:
-un telegramma di Confederterra;
-Documento dalla Legione territoriale dei carabinieri di Palermo(3 pagine);
-Documento della Prefettura di Palermo;
-nota di consegna di un sussidio straordinario alla vedova Azoti.
(copie dei documenti trovati nell’archivio di Stato di Palermo donatemi da Dino Paternostro, Ex Segretario della Camera del Lavoro di Corleone)
Documenti
Proprio Dino Paternostro ieri sul sito Citta Nuove Corleone ha pubblicato l’articolo della commemorazione di giorno 21 a Palermo e l’intervento della figlia Antonella Azoti
Link articoli:
http://www.cittanuove-corleone.net/2016/12/ieri-il-70-anniversario-dellassassinio.html?spref=fb
http://www.cittanuove-corleone.net/2016/12/la-figlia-antonella-orgogliosa-di-mio.html?spref=fb
Notizie biografiche dal sito Vittime di mafia